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Bioetica e teatro per la vita: alla ricerca dei fondamenti epistemologici ed etici di un’Antropologia della Relazione
Author(s) -
Raffaele Ian
Publication year - 2011
Publication title -
medicina e morale
Language(s) - English
Resource type - Journals
SCImago Journal Rank - 0.16
H-Index - 1
eISSN - 2282-5940
pISSN - 0025-7834
DOI - 10.4081/mem.2011.180
Subject(s) - humanities , art
In questo articolo la parola “crisi” viene posta come crisi della parola. L’angolo di osservazione di tale crisi è quello del Teatro. A partire dai fondamenti ontologici del Teatro abbiamo intrapreso un viaggio, in senso antropologico, che intende evidenziare tracce di Teatro nella vita quotidiana e nelle discipline che hanno come oggetto di studio la persona. Nel momento storico di rivoluzione biotecnologica e telematica e di “emergenza educativa”, la nostra proposta intende ri-valutare la qualità pedagogica del Teatro. Un Teatro ripensato, dunque, sia da un punto di vista rappresentazionale che pedagogico. Da questa seconda riflessione ne viene la proposta di un Teatro risolto totalmente in quella che abbiamo definito Antropologia della Relazione. Un’Antropologia di confine con solide basi scientifiche, umanistiche e umanizzanti. Alla luce poi delle nuove, sofisticate, possibilità mass mediatiche abbiamo avanzato la nostra proposta di Teatro Personalista. La domanda che ci siamo posti e a cui abbiamo tentato di rispondere è se sia possibile sanare e come, nel nostro tempo, la rottura tra Etica e Morale. La difficoltà maggiore che abbiamo incontrato nel dimostrare la nostra tesi è stata di ordine pregiudiziale: il Teatro, l’attore, continuano ad essere compresi nel luogo della finzione. Definendo quello teatrale luogo della non-non verità siamo certi di aver aperto la strada per una rinnovata comprensione di quel fenomeno umano che l’ambiguità della parola Teatro non risolve ma che ostinatamente continuiamo a pensare e comprendere nella sua assoluta serietà. The word “crisis” in this article is set as word’s crisis. Theatre is the viewing angle of such crisis. We have undertaken a trip, in an anthropological sense, from the Theatre ontological rudiments; the journey aims to emphasize everyday’s Theatre life guidelines and all of those disciplines that have as goal the person’s study. In the historical moment of biotechnology and telematics’ revolution and “educational emergency”, our proposal intends to re-evaluate the educational quality of Theatre. A re-thought Theatre: in a pedagogical point of view together with a representational point of view. And it is by proceeding from this second reflection that comes out a project of a Theatre that finds its total solution in what we have called Relation’s Anthropology. A borderline anthropology with solid scientific, humanistic and humanizing foundations. Furthermore, we have advanced a proposal on a personalistic Theatre: this idea comes from what we can, in our days, find across the highly developed mass-media opportunities. The question we made ourselves and which we tried to answer is whether we can rectify and how, in this moment, the rupture between ethics and morals. The greatest difficulty we encountered in trying our thesis was of preliminary nature: the Theatre, the actor, continue to be considered only fiction. By defining the Theatre a place of non-non truth, we are now confident to have paved the way for a renewed understanding of that human phenomenon in which the ambiguity of the word Theatre doesn’t solve, but in which we obstinately continue to think and understand in its absolute seriousness.

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