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INFC 2015. L’altra faccia della medaglia
Author(s) -
A. Bottacci,
Fabio Clauser
Publication year - 2022
Publication title -
l' italia forestale e montana
Language(s) - Italian
Resource type - Journals
eISSN - 2036-3494
pISSN - 0021-2776
DOI - 10.36253/ifm-1619
Subject(s) - humanities , art , political science
I risultati dell’Inventario Nazionale delle Foreste e del Carbonio 2015 (INFC, 2015), presentati recentemente da CREA e Arma dei Carabinieri (De Laurentis et al., 2021), anche se con ben sei anni dai rilievi, hanno suscitato un’onda di consenso e di entusiasmo in molti ambienti sia tecnici che politici.  Il 7 aprile scorso il Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli, probabilmente venuto a conoscenza in anteprima dei risultati positivi dell’Inventario, auspicava un incremento dei prelievi di legno nei boschi italiani, al fine di ridurre l’importazione di questa materia prima necessaria per l’industria manifatturiera nazionale. Molte altre voci si sono levate a sottolineare la nuova e inattesa ricchezza delle foreste italiane, improvvisamente liberatesi dalla morsa della povertà, che le aveva attanagliate per secoli e che aveva fatto affermare all’allora Direttore generale delle Foreste Alfonso Alessandrini che l’Italia è un Paese ricco di boschi poveri (Alessandrini, 1990). La conclusione, a cui da più parti si giunge, è che, essendo più ricchi, i nostri boschi possono essere utilizzati in misura maggiore e guai se qualcuno propone di continuare con una politica di risparmio, volta ad incrementare la provvigione unitaria e la superficie boscata nazionale. 

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