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Essere infermiere in dialisi tra tecnologia e relazione con la persona straniera: l'operatore sanitario
Author(s) -
M. Vadori
Publication year - 2018
Publication title -
giornale di clinica nefrologica e dialisi
Language(s) - Italian
Resource type - Journals
ISSN - 2705-0076
DOI - 10.33393/gcnd.2012.1145
Subject(s) - humanities , persona , political science , philosophy
La carenza infermieristica è ormai un problema mondiale, le cui cause sono fortemente correlate tra loro e riconducibili a quattro fattori: • L'invecchiamento della popolazione infermieristica • La riduzione delle iscrizioni ai corsi universitari • Il mutamento delle condizioni lavorative • L'immagine scadente della professione infermieristica. La migrazione infermieristica è motivata dalla ricerca di sviluppo professionale, di una migliore qualità della vita e di sicurezza personale. Vi sono Paesi donatori e Paesi riceventi. Anche in Italia il fenomeno è da anni presente. Nel 2007–2010 vi è stato il boom dell'ingresso in Italia di infermieri stranieri superiore al 25%. Nel 2010 erano iscritti all'albo IPASVI 375 185 infermieri, 77% donne e 10% erano stranieri. Ogni Azienda Sanitaria ha attuato la propria strategia di risoluzione. Presso l'ASLTO2 di Torino, dapprima sono state indette gare per “Cooperative infermieristiche”, poi per “Agenzie Interinali” e attualmente sono presenti i professionisti degli “Studi Associati”. Presso la dialisi del S.G. Bosco di Torino l'esperienza è ormai decennale, strutturata e consolidata. Dal 2001 si sono alternati 30 infermieri stranieri provenienti da sei Paesi diversi, il maggiore è ancora la Romania. Il piano didattico di inserimento del neo infermiere straniero, segue quello usato presso la Struttura complessa per tutti i neo assunti e questo permette una qualità omogenea dell'assistenza e un buon livello di “integrazione” percepito dai lavoratori stranieri. (nursing)

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