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Ovidio e le ambiguità dell'Eneide
Author(s) -
Marco Fernandelli
Publication year - 2020
Publication title -
tabula
Language(s) - Italian
Resource type - Journals
eISSN - 1849-1685
pISSN - 1331-7830
DOI - 10.32728/tab.17.2020.5
Subject(s) - humanities , art , philosophy
L'ambiguità è un tratto caratteristico del linguaggio epico virgiliano.L'idea che essa sia l'espressione di un dualismo tra piani di significatorappresentati da voci (“Two voices theory'), cui attribuire un gradomaggiore o minore di autenticità, è stata superata a favore di una letturache riconosce tale autenticità nello stato aperto del testo, che insiemestimola all'interpretazione e si presta a una continua riattualizzazionedei propri significati. L'“ambivalenza” (del testo) ha preso il posto delladialettica di “ottimismo” e “pessimismo” (nella visione dell'autore).Virgilio, in Ovidio, è onnipresente. Le ambiguità dell'Eneide, la cui tipologiaè varia, causano, in Ovidio, due risposte: lo invitano a illuminarele zone contraddittorie di quel testo già classico; oppure sono risolte oneutralizzate nel quadro di riscritture di genere e intonazione diversi,ma sempre in modo che la disambiguazione risulti palese e si configuricome una scelta conforme ai valori di una poetica nuova. Ciò si nota inparticolare nelle Metamorfosi, dove i luoghi più complessi dell'Eneidenutrono l'invenzione poetica, mentre la loro conversione in situazioni,immagini, espressioni univoche asseconda la fluidità che il poema delcontinuo mutamento richiede al suo linguaggio. Ma questa semplificazionedel complesso e determinazione dell'indeterminato è anche ilfiltro attraverso il quale l'inimitabile Eneide si offre all'imitazione dellegenerazioni successive.

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