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Il nazionalismo della letteratura britannica prima della Grande Guerra e l’esperienza dei War Poets
Author(s) -
Angelo Di Giunta
Publication year - 2020
Publication title -
studia polensia
Language(s) - Italian
Resource type - Journals
eISSN - 2459-6256
pISSN - 1848-4905
DOI - 10.32728/studpol/2020.09.01.04
Subject(s) - humanities , art , poetry , philosophy , literature
L’immagine di un Regno Unito visto come Eden inconsapevole della tragedia che sta per lacerarlo è diffusa, ma piuttosto falsa. L’apparente serenità nasconde una violenza latente e gravi questioni interne e la guerra, quindi, non fa altro che accelerare un processo già in atto. Di tutta la letteratura inglese del Ventesimo secolo, la poesia di guerra sembra, sotto molti punti di vista, una “parentesi” all’interno del panorama letterario. La war poetry è il prodotto di un determinato periodo storico, sociale e culturale venutosi a formare nella Prima guerra mondiale. Tra i migliori poeti della Grande Guerra troviamo Rupert Brooke, Wilfred Owen e Siegfried Sassoon. Il fatto che molti poeti siano ufficiali – ma non alti ufficiali – permette loro di essere in contatto, a livello socio-culturale, con i ranghi elevati dell’esercito e, fisicamente, con i soldati semplici. In questo modo hanno una visione più ampia della realtà in trincea.

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