
Gli schiavoni e la Santa Casa di Loreto fra '400 e '500: la confraternita, gli architetti, le maestranze e i materiali fra tradizioni storiografiche e verifiche documentarie
Author(s) -
Francesca Coltrinari
Publication year - 2017
Publication title -
ars adriatica
Language(s) - Italian
Resource type - Journals
eISSN - 1848-7459
pISSN - 1848-1590
DOI - 10.15291/ars.1375
Subject(s) - humanities , art
L'articolo esamina i rapporti fra il cantiere della Santa Casa di Loreto e la costa orientale dell'Adriatico, attestati dai racconti di fondazione del santuario e dai documenti storici, che mostrano la presenza di una forte comunità di Schiavoni, organizzata n dal 1476 in una confraternita nationale, con propri sacerdoti e canonici e un ospedale per i pellegrini. Dopo aver esaminato il ruolo di vescovi come Francesco Morosini, vescovo di Parenzo e Giovanni Venieri da Recanati, arcivescovo di Ragusa, si approfondi- scono le gure degli architetti Marino di Marco Cedrino e Pietro Amorosi, documentati a Loreto rispettivamente fra il 1470 e il 1474 e il 1487 e il 1512. Entrambi furo- no impegnati come capo-mastri nel cantiere della basilica lauretana e sono stati a lungo tradizionalmente ritenuti "dalmati". Un esame complessivo della documentazione su questi maestri, unita a nuovi documenti, permettono invece di dimostrare una loro origine diversa, veneziana per Cedrino e lombarda per Amorosi.
Nonostante questi risultati, Loreto può essere ritenu- ta ugualmente un cantiere "illirico": il santuario con il suo secolare cantiere architettonico è stato infatti uno dei maggiori motori dei contatti artistici fra le due sponde dell'Adriatico. Tali contatti riguardarono il trasporto e la lavorazione della pietra d'Istria per la chiesa e il palazzo apostolico, che coinvolsero architetti, scalpellini, scultori e padroni di navi, rappresentando un potente veicolo di scambi culturali e artistici fra la metà del XV e la ne del XVI secolo. Appositi rappresentanti e scalpellini di ducia a Rovigno, stipendiati dalla Santa Casa, provvedevano sul posto alla selezione e alla prima lavorazione delle pietre. Per provvedere ai trasporti da Rovigno a Loreto, l'archi- tetto della Santa Casa, Giovanni Boccalini da Carpi (1555- 1580), fece costruire appositamente una nave che poteva trasportare grano, olio e altri prodotti agricoli della Santa Casa da vendere in Istria in cambio della pietra, attivando una singolare strategia imprenditoriale.