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Introduzione La prospettiva di vita dei pazienti sieropositivi è significativamente aumentata nelle ultime due decadi, in quanto la terapia antiretrovirale (ART) di combinazione ha drasticamente migliorato la prognosi dell’infezione da HIV. Questo cambiamento ha condotto a una riduzione degli eventi AIDS-relati, ma anche un proporzionale aumento della mortalità legato alle patologie non HIV-correlate, principalmente cardiovascolari, epatiche, polmonari e tumori non AIDS definenti (1). Molte persone con infezione da HIV che assumono costantemente la terapia antiretrovirale vivono più a lungo e mostrano una migliore qualità di vita; un inferiore pill burden ha inoltre migliorato l’aderenza alla ART dei pazienti HIV positivi (2).Tuttavia, con l’avanzare dell’ età, si osserva un aumento delle patologie croniche non trasmissibili che complica la gestione di questi pazienti (3). Spesso alla ART assunta dal paziente si aggiunge la necessità effettuare trattamenti per le comorbidità di tipo cronico e ciò aumenta il rischio di trovarsi nella condizione della cosiddetta “polifarmacia” (4). Abbiamo pertanto considerato i diversi tipi di farmaci assunti per le varie comorbidità dai nostri pazienti sieropositivi, il totale pill burden giornaliero e i diversi livelli di aderenza alla ART rispetto alle altre terapie. Quanto di quello che noi medici prescriviamo è in realtà assunto dai pazienti? Questa la domanda che ha mosso il nostro lavoro.

Polifarmacia nei pazienti HIV positivi: livelli di aderenza alla ART e ai farmaci non antivirali.