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Il presente studio esamina le finalità e gli esiti del controllo sulle liste civiche condotto ad Atene dopo la deposizione dei tiranni e registrato dall′autore della Costituzione di Atene come  diapsephismos  ([Aristot.] Ath. pol. 13. 5). Tale controllo sulle origini familiari dei cittadini viene tradizionalmente interpretato come un provvedimento adottato dagli aristocratici per rimediare agli esiti delle naturalizzazioni concesse dai Pisistratidi e destinato all′esclusione dal corpo civico dei cosiddetti impuri per nascita. L′interpretazione alternativa che questo studio propone è che il  diapsephismos  avesse rappresentato lo strumento utilizzato nel quadro della riforma di Clistene per regolarizzare la situazione degli impuri, ossia per garantire a molti di loro una formale integrazione nel corpo civico attraverso l′iscrizione nelle dieci tribù territoriali. Si argomenta inoltre che l′interpretazione dei moderni rispetto all′ispirazione politica del  diapsephismos  sia condizionata dalla ricostruzione conservata nella Costituzione di Atene, una ricostruzione funzionale all′ideologia ateniese in tema di cittadinanza democratica che nei secoli V e IV si fondò sul mito degli Ateniesi purosangue.

Mescolanza o purezza? Il diapsephismos tra i Pisistratidi e la riforma di Clistene